LA COMMEDIA DEI DETTAGLI
In viaggio con Gianni Pittiglio attraverso le storie seconde
di una Divina Commedia “in miniatura”.
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Nell'immagine in copertina: “Giuditta con la mitra e Oloferne”, Altona, Schulbibliothek des Christianeum, ms. 2 Aa 5/7, f. 63r
La Divina Commedia, fin dal Trecento, ha ispirato artisti di ogni epoca nell’ideazione e nella realizzazione di opere grafiche capaci di accompagnare ed enfatizzare la narrazione dantesca del pellegrinaggio nell’oltretomba.
È appena stato pubblicato (fine dicembre 2023) un originale studio corredato di una nutrita raccolta di oltre 400 immagini tratte da manoscritti e incunaboli del poema, scrupolosamente selezionate tra miniature, incisioni e disegni che illustrano gli episodi digressivi dalla storia centrale del poema stesso dal titolo La Commedia dei Dettagli. ‘Storie seconde’ e deroghe iconografiche del poema dantesco tra XIV e XV secolo.
Nel libro Gianni Pittiglio, l’iconografo e iconologo ideatore ed esecutore del progetto editoriale sposato e consacrato dall’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, si propone come traghettatore contemporaneo di un viaggio nel viaggio, accompagnando il lettore attraverso l’ illustrazione delle ricche similitudini presenti nel testo e – soprattutto - di quelle storie ambientate durante la vita terrena dei personaggi che Dante incontra lungo il suo percorso (“storia prima”) e che a Dante si raccontano (“storie seconde”), quegli episodi – cioè- introdotti a corredo del viaggio e utilizzati necessariamente da Dante per conferire alla sua opera il dinamismo che la contraddistingue.
A sinistra: La storia di Ugolino, London, British Library, ms. Yates Thompson 36, f. 61r, a destra: Cerbero e le tre teste con i nomi dei continenti, Oxford, Bodleian Library, ms. Holkham misc. 48, p. 9
L’aspetto storico letterario che fa da colonna sonora al film iconografico che Pittiglio propone, smaschera il rigore intransigente e la passione professionale del suo operare: passione per la ricerca storico-artistica, passione per le immagini, per l’ordine e per le motivazioni del disordine (di cui spiega e dimostra l’apparenza). «Mi affascina e appassiona cimentarmi nel tentativo di restituire alle immagini la loro ragion d’essere collocandole adeguatamente nel contesto storico e culturale da cui provengono. Mi diverte riuscire a scoprire il perché siano state create nel loro tempo, a cosa servissero, a quali esigenze rispondessero. Soprattutto mi interessa indagare cosa le immagini vogliano realmente raffigurare; è questo l’elemento da cui parto sempre per analizzare qualsiasi opera d’arte visiva. Nessuna immagine è casuale o isolata nello spazio e nel tempo; analizzare l’impianto compositivo, le citazioni e le influenze artistiche è tanto fondamentale per il successo di un’indagine quanto estremamente spassoso e divertente.
La miniatura in cui Giuditta giustizia Oloferne indossando una mitra vescovile è un esempio di deroga iconografica cui sono particolarmente affezionato tanto da aver scelto di proporla come immagine di copertina del libro. I testi che descrivono l’episodio non si soffermano mai sul copricapo di Giuditta ad eccezione della Bibbia in cui si legge “diadema” o si parla di un copricapo a fasce di tessuto, una sorta di turbante orientale. Cercando ancora più indietro, nella Vulgata (la famosa versione in latino della Bibbia) San Girolamo traduce letteralmente con ‘mitra’ il termine greco ‘μίτρα’, ed è probabilmente questo a creare confusione: per Girolamo, che scriveva alla fine del IV secolo, la mitra era davvero un copricapo generico; il paramento liturgico assegnato ai vescovi sarà infatti introdotto solo intorno al X secolo. Ed ecco forse spiegato perché nel XIV secolo, quando venne realizzata quella miniatura, il fraintendimento era più che giustificato…”
Da sinistra: Giuditta con la mitra e Oloferne, Altona, Schulbibliothek des Christianeum, ms. 2 Aa 5/7, f. 63r, L’appeso o Il traditore, Roma, Biblioteca Casa di Dante, f. 137r (If. XXXII); Tarocchi di Francesco Sforza, New York, PML; Tarocchi di Carlo VI, Paris, BnF,
Allegoria della Baratteria, Firenze, Biblioteca Riccardiana, ms. 1005, f. 62v
Inizialmente un salto audace e coraggioso, poi pienamente riconosciuto adatto al mondo della letteratura, lui che è uno storico dell’arte.
«Prima di questo lavoro sulla Commedia dantesca, il più grande lavoro iconografico che ho curato è quello sull’Iconografia agostiniana, che aveva l’obiettivo di mappare e schedare le raffigurazioni del vescovo d’Ippona dalle origini al Settecento. Per ora sono usciti solo due dei quattro volumi progettati: sul Medioevo (2011) e sul Quattrocento (2015). Solo grazie a quel lavoro, come spiego nella prefazione di questo nuovo libro, ho potuto ipotizzare uno studio sui primi corredi figurativi della Commedia».
Come accennato all’inizio di questo articolo, il libro circoscrive la ricerca analizzando e selezionando i corredi figurativi costituiti da illustrazioni presenti in manoscritti e incunaboli prodotti tra la morte di Dante (1321) e il 1499. Sono 53 le fonti cui si attinge, di cui lo Yates Thompson 36 della British Library, l'Holkham misc. 48 di Oxford, il Riccardiano-Braidense, diviso tra Firenze e Milano, il BR 39 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, gli incunaboli veneziani del 1491 e, in particolar modo, l’esemplare della Casa di Dante totalmente ridipinto a mano negli ultimi anni del secolo, e infine il grande nome di Botticelli, con i suoi disegni su pergamena conservati a Berlino e in Vaticano, sono quelle cui maggiormente l’autore fa riferimento (con qualche eccezione quando cita Signorelli, Stradano o i disegni del Dante Vallicelliano realizzati nel '500 su un incunabolo del 1481).
Botticelli, Il Carro della Chiesa e il suo corteo (Pg. XXX), Berlin, Kupferstichkabinett, ms. Hamilton
Evidentemente destinato a soddisfare le esigenze di lettori esperti, meticolosi e inflessibili, il testo è pensato e strutturato perché possa essere fruito da chiunque, anche da lettori semplicemente curiosi bonari e rilassati: si può prendere e sfogliare solo guardando le immagini, si può giocare a capire cosa rappresentino e poi si può andare a verificare la spiegazione di Pittiglio.
A sinistra: Cacciaguida e l’esilio di Dante, ed. Piasi, Venezia 1491 (e L’esilio di Dante, Paris, BnF, ms. NAF 4119, f. 95r, a destra: Beatrice spiega la Crocifissione, Firenze, BNC, ms. B.R. 39, f. 331r
Oppure ancora, nel caso si ami la letteratura più delle immagini, si può ripercorre in modo veloce e gradevole la trama della Divina Commedia con le sinossi dei cento canti, indugiare sulle sequenze ritenute maggiormente salienti… correndo il rischio di essere piacevolmente condotti da Gianni Pittiglio verso la bramosia di rileggerla per intero o, magari, di leggerla per la prima volta. Le immagini servivano esattamente a questo: rendere fruibile la Divina Commedia per i gusti e le esigenze di chiunque.